Il mistero della Basilica di S. Sabina: a spasso con il diavolo

#SegretidiRoma

di Rosanna Pilolli 30/07/2016 CULTURA E SOCIETÀ
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La Basilica di S. Sabina si trova all’Aventino inserita in uno dei più bei panorami di Roma. Oggi è la Sede della Curia generalizia dell’Ordine dei frati predicatori:i domenicani. Questa Basilica  è tra le più antiche e meglio conservate del periodo paleocristiano, ricca di splendide opere d’arte alcune delle quali di ispirazione misteriosa come la Crocifissione priva di croci del portale d’ingresso. 

S. Sabina è sorta, come molte Chiese cristiane su una casa di abitazione romana inglobandone anche alcune suppellettili. Condizione che  ha alimentato la superstizione  popolare  di luogo “infestato” da demoni e streghe ma anche animato da un  forte magnetismo spirituale chiamato “il luogo delle forze”. 

In effetti fin dall’ingresso nel Tempio si avverte un’atmosfera magica fortemente suggestiva. Entrando si nota subito un prezioso portale del V secolo scolpito in legno di cipresso con 18 pannelli sui quali sono illustrate storie dell’Antico e Nuovo Testamento. La curiosità insolita consiste nel fatto che nella scena del Mar Rosso il volto del Faraone che sta per affogare ha i lineamenti di Napoleone Bonaparte odiato dalla Chiesa (il pannello era stato restaurato nel 1836). Tuttavia il mistero della Basilica poggia sulla leggenda del  diavolo assiduo frequentatore della zona un tempo luogo delle  feste orgiastiche dei romani.  Si dice che alcuni visitatori riescano ancora oggi a percepire la vicinanza del Maligno. Ampie documentazioni medioevali ne comproverebbero inoltre la presenza e i suoi effetti malefici.

 La più nota rafforzata dalla permanenza concreta di  una reliquia, racconta che lungo gli anni del 1200 la vita di  S. Domenico e dei suoi frati sarebbe stata  messa a dura prova dalle continue visite del diavolo che li sottoponeva a feroci tentazioni della carne.  Si narra che una notte S.Domenico pregava come di consueto prostrato al suolo e subito  in rapimento estatico. Dopo avere tentato insistentemente di indurlo al peccato  Satana afferrò con gli artigli incandescenti un pesante blocco di basalto e glielo scagliò addosso con infernale violenza. Il blocco sfiorò appena il santo senza distoglierlo dalla sua preghiera. 

 Il fatto sarebbe documentato. Infatti all’ingresso della Basilica subito dietro l’angolo sinistro si vede issato su una colonnina, un masso nero pieno di buchi.

  Sarebbero stati lasciati dagli artigli del principe dell’inferno. La reliquia è nota con il nome latino di “lapis diaboli”, pietra del demonio.    

 


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